La globalizzazione è finita. E adesso?
Un sipario che cala davvero. È finita. Non come slogan, né come provocazione giornalistica. È finita davvero. La globalizzazione, intesa come religione civile delle élite economiche e come pensiero unico applicato al commercio, alla finanza e persino al nostro orizzonte esistenziale, ha raggiunto la fine della strada. A dichiararlo non è un nostalgico protezionista, ma Mario Draghi. E quando un uomo simbolo del tecno-liberalismo afferma che «la globalizzazione ha fallito», non restano più dubbi: il sipario è calato.
Roberto Bonuglia
9/21/20252 min read
La globalizzazione è finita. E adesso?
Un sipario che cala davvero
È finita. Non come slogan, né come provocazione giornalistica. È finita davvero. La globalizzazione, intesa come religione civile delle élite economiche e come pensiero unico applicato al commercio, alla finanza e persino al nostro orizzonte esistenziale, ha raggiunto la fine della strada. A dichiararlo non è un nostalgico protezionista, ma Mario Draghi. E quando un uomo simbolo del tecno-liberalismo afferma che «la globalizzazione ha fallito», non restano più dubbi: il sipario è calato.
Prima di Draghi: le voci fuori dal coro
Molto prima di Draghi e delle crisi globali che hanno scoperchiato ciò che era già marcio, c’erano voci isolate che avevano osato lanciare l’allarme. Nel mio libro del 2022, Dalla globalizzazione alla tecnocrazia, descrivevo i segni e le contraddizioni di un mondo che stava “esternalizzando la propria coscienza”. Oggi quella diagnosi è realtà.
Promesse infrante e danni collaterali
Il grande racconto globalista è crollato sotto il peso delle sue contraddizioni. La promessa di un mondo più ricco e pacifico si è trasformata in catene del valore fragili, delocalizzazioni spietate, compressione salariale, disuguaglianze esplosive e perdita di sovranità. Tremonti l’aveva definita «la fine di una storia che non è mai stata». De Cecco già denunciava l’insostenibilità di un sistema basato su bolle e deficit, con uno Stato ridotto a madre invocata solo in tempo di crisi.
Dal dogma neoliberale al ritorno dello Stato
Oggi Draghi ammette: «Il reshoring e la protezione delle tecnologie critiche non sono più opzioni: sono imperativi strategici». La politica torna in campo, gli Stati diventano protagonisti con agende industriali, confini da difendere e strategie da perseguire. Negli USA, l’Inflation Reduction Act è un manifesto: miliardi pubblici per difendere industrie chiave e ridurre la dipendenza dalla Cina. L’Europa rincorre, con CBAM e Chips Act mascherati da ecologismo.
L’illusione di un mondo piatto
Rana Foroohar, nel suo libro La globalizzazione è finita (2025), parla di un’economia just-in-time ormai smascherata: le catene globali, celebrate come efficienza, sono diventate strozzature geopolitiche. Le potenze ridisegnano le proprie strategie, mentre il commercio mondiale si deglobalizza in silenzio. Non è solo economia: è cultura e politica. La promessa di interconnessione ha prodotto sradicamento. Io la chiamavo “outsourcing della coscienza”, Foroohar parla di “decoupling”. Diverso linguaggio, stessa sostanza.
Oltre le macerie
L’incanto si è infranto: ora tocca a noi decidere se restare fermi sulle rovine o immaginare altro. Non un nuovo dogma, ma un equilibrio diverso, in cui il mercato non divori tutto e la sovranità torni a significare scelta collettiva. Ho sempre sostenuto che la globalizzazione non fosse un luogo, ma una fuga dalla realtà. Ora quella fuga è finita.
Forse, proprio da questa fine, può nascere qualcosa di nuovo.
Roberto Bonuglia
👉 Questo articolo è tratto dalle riflessioni e dagli studi dell’Accademia del Senso Critico.
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English version on https://medium.com/@roberto.bonuglia/globalization-is-over-we-said-it-now-what-115fd2039cc3
Letture utili sul tema:
Bonuglia, R. (2022). Dalla globalizzazione alla tecnocrazia: Orientamenti di consapevolezza distopica del Terzo millennio. Rome: Andrea Larsen Edizioni.
De Cecco, M. (2013). Ma cos’è questa crisi. L’Italia, l’Europa e la seconda globalizzazione (2007–2013). Rome: Donzelli Editore.
Draghi, M. (2024). La globalizzazione ha fallito. Ora si punti a un debito comune europeo. Il monito di Draghi. Formiche, 16 February. Available at: https://formiche.net/2024/02/globalizzazione-debito-comune-europa-draghi/#content.
Foroohar, R. (2025). La globalizzazione è finita. La via locale alla prosperità in un mondo post-globale. Rome: Fazi Editore.
Hardt, M. and Negri, A. (2002). Empire: The New World Order of Globalization. Milan: Rizzoli.
Tremonti, G. (2022). Globalizzazione. Le piaghe e la cura possibile. Milan: Solferino.